Come affrontare il problema di un cane rumoroso in condominio quando il proprietario è fuori casa tutto il giorno per lavoro?
Un nostro lettore segnala un problema comune nei condomini. Il vicino di casa ha un cane che, lasciato solo per molte ore per via degli impegni lavorativi del proprietario, si lamenta e i suoi guaiti disturbano i condomini vicini. Come risolvere il problema? Che fare se un cane abbaia tutto il giorno in assenza del padrone? È possibile chiedere il risarcimento e imporre l’allontanamento dell’animale? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
La responsabilità del padrone del cane
Il proprietario del cane ha una “responsabilità oggettiva” per i danni o le molestie causate dal proprio animale. Responsabilità oggettiva significa che la stessa sussiste a prescindere dall’eventuale malafede o colpa di chi lo ha in gestione. A prevederlo è l’articolo 2052 del codice civile che ripropone la stessa disciplina, con riferimento però agli animali, di quella prevista per le “cose” dal precedente articolo 2051 cod. civ.
In buona sostanza, il proprietario di un animale, o chi lo gestisce (che sia il proprietario stesso o un’altra persona come il convivente o il dogsitter), è sempre responsabile dei danni che questo può causare. Non basta dimostrare di averlo custodito con la massima diligenza o di aver preso precauzioni per evitare danni: se l’animale molesta, disturba o aggredisce qualcuno, il detentore ne risponde comunque anche se non è lui ad essere registrato, come proprietario, all’anagrafe canina.
Non sono ammesse scuse! Non si può invocare la forza della natura o il fatto di un terzo per scagionarsi dalla responsabilità. Ad esempio, se un cavallo si imbizzarrisce e danneggia persone o cose a causa di un fulmine o di uno sparo improvviso, il proprietario ne risponde comunque.
Chiunque possiede o gestisce un animale si assume il rischio che questo possa causare danni, e ne è responsabile a prescindere dalle precauzioni adottate. Questa responsabilità, come detto sopra, è chiamata “oggettiva” in quanto prescinde dalla colpa o dalla negligenza del responsabile, ma dipende dal solo fatto di possedere o portare a spasso l’animale.
La responsabilità del proprietario per i rumori del cane
La stessa norma appena evidenziata fa sì che il detentore del cane sia anche responsabile per i guaiti e i lamenti del cane quand’egli è fuori casa. L’impegno di lavoro non è una giustificazione. Non lo è neanche il fatto che – come chiarito dalla Cassazione – anche i cani sono esseri senzienti e hanno il diritto di abbaiare. Non si può certo imporre all’animale di stare zitto, ma anch’essi – come del resto gli uomini – devono rispettare le regole di buon vicinato e non molestare i vicini con schiamazzi.
In altre parole, la circostanza che non sia possibile impedire al cane di abbaiare non esonera il proprietario dalla responsabilità, soprattutto se il cane abbaia tutto il giorno e dà fastidio ai vicini. Il proprietario resta comunque responsabile del disagio causato.
Cosa implica la responsabilità del proprietario se il cane abbaia tutto il giorno?
Vediamo in cosa consiste la responsabilità del proprietario del cane. Innanzitutto, egli ha l’obbligo di adottare misure rivolte a evitare che le molestie si ripetano nel tempo. Il che significa che, in un eventuale giudizio, il giudice può condannarlo a:
- insonorizzare l’appartamento;
- non lasciare solo il cane per molto tempo, affidandolo pertanto a terzi (ad esempio un dog sitter o un parente);
- iscrivere il cane a un corso di addestramento affinché questi obbedisca ai comandi;
- fornire al cane viveri e acqua sufficienti per evitare che la fame o la sete possano innervosirlo.
Oltre a ciò, il giudice può disporre una sorta di “multa” da versare per ogni giorno in cui non verranno rispettati i comandi impartiti con la sentenza.
Inoltre, il magistrato può anche disporre il risarcimento in favore di chi agisce contro il padrone del cane, senza che sia necessario presentare certificati medici che dimostrino la compromissione della qualità della vita (ad esempio l’insonnia). Tuttavia, bisogna fornire prove dell’intensità e della persistenza del disturbo provocato dall’abbaiare del cane. Esse possono includere:
- registrazioni audio/video;
- perizie fonometriche;
- dichiarazioni testimoniali.
Come agire se il cane del vicino abbaia tutto il giorno?
A questo punto ci si chiederà: come agire legalmente contro il padrone del cane che abbaia tutto il giorno?
La prima cosa da fare è diffidare il padrone con una raccomandata a/r. Non è un passo necessario ma solo un tentativo per evitare lo scontro giudiziario nella speranza di trovare, dall’altro lato, collaborazione e buon senso.
Se la diffida non produce risultati, si può chiedere l’intervento dell’amministratore di condominio. A dire il vero, non rientra tra i suoi compiti risolvere le liti private tra condomini, a meno che uno di questi non stia violando il regolamento condominiale qualora dovesse prevedere norme su orari di “riposo” e “silenzio”. In quel caso, l’amministratore potrebbe diffidare il proprietario del cane ed eventualmente agire contro di lui; diversamente, il suo intervento è solo facoltativo.
In ultima istanza non resta che agire per le vie giudiziarie. A questo punto si profilano due possibilità:
- l’azione penale: bisognerà sporgere una querela per il reato di “disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone” previsto dall’articolo 659 del codice penale (il cosiddetto “disturbo della quiete pubblica”). È possibile procedere anche all’imputazione per il reato previsto dall’articolo 544 ter del codice penale: quello cioè di maltrattamento di animali. La querela può essere presentata dalla vittima del rumore alla polizia, ai carabinieri o direttamente in Procura della Repubblica, eventualmente con l’assistenza di un avvocato. Dopo le indagini (che potranno durare da 6 mesi a 1 anno), il giudice deciderà se rinviare a giudizio il responsabile, processarlo e condannarlo. La vittima potrà costituirsi parte civile nel processo, al fine di chiedere il risarcimento del danno;
- l’azione civile: occorrerà affidarsi a un avvocato che notifichi al proprietario del cane o a colui che lo ha in custodia un atto di citazione, da cui originerà una vera e propria causa. Il giudizio ha lo scopo di ottenere la condanna del proprietario a evitare le molestie (tramite una o più misure tra quelle che abbiamo elencato sopra) e a risarcire i danni.
Attenzione però: la querela penale può essere sporta solo se l’abbaiare del cane viene avvertito da tutto il vicinato (ad esempio, da tutti i condomini dello stabile e/o da quelli del quartiere). Il reato infatti sussiste solo quando viene disturbata la quiete “pubblica” e non solo quella di uno o pochi condomini. Negli altri casi, c’è spazio solo per l’azione civile.
Il sequestro del cane
Secondo la Cassazione (sent. n. 29894/2018), l’animale domestico maltrattato e lasciato solo dal proprietario può essere oggetto di sequestro preventivo.
Nel caso di specie, la Suprema Corte ha ritenuto «ammissibile il sequestro preventivo del cane che, maltrattato e lasciato solo per 15 giorni dal proprietario nel periodo estivo, manifesti condizioni precarie di salute a nulla rilevando la circostanza che l’animale avesse ciotole con acqua e cibo a disposizione, poiché tali elementi non corrispondono al concetto di cura verso i propri animali domestici e non esonerano dall’imputazione per maltrattamento di animali».
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